Esistono narrazioni che sono capaci di far scivolare, come un’onda, l’insieme dei sentimenti e delle intuizioni, i morsi dell’inconscio e le volontà etiche dell’io, in un continuo arricchimento che genera prospettive nuove. Una delle più belle interviste che ho fatto è stata quella a lui, moltissimi anni fa. E che è conservata qui
I testi che seguono, di Paride Leporace, sono un esempio di questa alternanza virtuosa, di questa contaminazione.
Con Paride, prima o poi, scriveremo questo libro di poesie al quale pensiamo da tanto tempo.
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Paride Leporace, è stato Direttore del Quotidiano della Basilicata, ed è attualmente Direttore della Lucana Film Commission. Autore di Toghe Rosso Sangue, poeta, già collaboratore di Mucchio Selvaggio, collaboratore di Cado in piedi, libero sognatore.
Dalla sua raccolta in progress “Cè poesia nei giornali?”:
Il giovedi’ grasso del ‘77
che gran Carnevale
alla Sapienza di Roma
per il dramma del gran Lama
assediato dai piccoli indiani
Luciano Gulliver sconfitto a Lilliputh.
Narra Carlo cronista di Rivolta
“l’ama o non Lama” “non Lama nessuno”
cielo plumbeo e gocce di pioggia
Aurelio Misiti sindacalista
ne farà scuola
tra opere pubbliche e partiti,
ma quella mattina teme la canaglia rossa.
“Via via la nuova borghesia”
“Via via la nuova polizia”
contrapposte urlano
le due società di Asor Rosa.
Alla Minerva
la pentola in ebollizione sta per scoppiare
indiani con palloncini pieni di vernice
pugni, schiaffi e calci tra compagni
il carroccio non era ancora leghista
la nuvola bianca dell’estintore
avvolge la rissa più selvaggia
volano patate e pezzi di legno
pezzo d’asfalto oscurano pezzi di cielo
crolla il camion
e Lama scappa nel Tibet
nel gran trionfo del Movimento.
Edoardo poeta
guardando in platea nello stesso ‘77
Romeo e Giulietta secondo Bene
intima allo spettatore
fate come faccio Io
cioè come fa Carmelo
fatevelo da soli
il vostro Shakespeare
che qui c’è Carmelo
che vi appresta i materiali bricolagibili:
la gastronomia manieristica testuale
(Sarà un risotto che vi seppellirà)
si risolve in enologia declinata
(Champagne mo-lo-tov)
in modi da liberty barocchizzato
(Siamo la Fgci i giovani del Pci)
nonché surrealisteggiato
(dopo Marx aprile)
per lilliputizzante scenografismo.
Il mestiere di morire.
(C’è poesia nei giornali, Sulla cacciata di Lama e Carmelo Bene/33 redux, 2011) Sulla cacciata di Lama e Carmelo Bene/ 33 redux)
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Mattina grigia
in viale Porpora
Leonardo figlio di Orio
racconta una mamma perbene
con il figlio bandito.
Un tavolo
di vecchi gioca a scopone
come in un quadro di Rosai
(C’è poesia nei giornali, Intorno a Vallanzasca/ 32, 2011)
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Edmonda Aldini
a seno nudo
sulla spiaggia di Sangineto
non fa più scandalo
è questa è già un’ottima cosa.
Un soffio d’aria
spinge la nuvola
e lascia invisibili segni
nella campagna di Seveso
e questa è già una pessima cosa.
Quanto bene si vedeva e si godeva
invece
nell’emozioni d’amore e ironia
di Rocco e Antonia.
Mitiche alternative frustrazioni
frustavano le crisi d’identità
con parole belle.
I porci avevan messo le ali.
Date perle ai porci
(C’è poesia nei giornali, Intorno a Seveso e Porci con le ali/ Reduz, 2011)
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