di Alessandro Chidichimo, Dasein edizioni
Viene presentato oggi a Terni e l’11 a Cosenza, alla presenza dell’autore e degli editori, il poemetto sul silenzio di Alessandro Chidichimo dal titolo “Della morte non puoi parlare, e della gioia”, uscito pochi mesi fa per le éditions dasein.
Gia autore di un cahier intime un forma di romanzo, potente nella scrittura e nell’ipotesi metalinguistica dell’”essere gettati”, Tu, toi, éditions dasein, 2021, Alessandro arriva qui con uguale candida bellezza a parlare della morte, e della vita, di fronte ad esse in silenzio.
Non sappiamo dell’uomo che muore, della donna che lo amato, dei figli. Non hanno una storia, né un volto, se non essere i suoi, i nostri. Eppure, materici, potentissimi, sono lì.
Consistono. [L’odorato è la memoria più lunga che abbiamo]. Così ci accomuna, come in una antica veglia, quel non riuscire (mai più) a dire [fiore] dopo essere stati, almeno una volta, lì dove al freddo si aspetta. Eppure, infine, il canto si scioglie in infinita tenerezza. E loro ci sono: la vita, i nomi, il diradare, il gesto struggente del padre che disegna, del figlio che disegna. E’ così , io credo, che ci si riconosce.
È questo che ci sottrae al respiro, che sembra svanire, in noi che con fatica [re-spiriamo].
Mentre scrivo, da poco un’amica carissima ha lasciato andare il suo papà. Ed io so, perché ci sono passata (come per i fiori, e i colori) che non devo chiamarla, cercarla, scriverle o dirmi, né sopratutto chiederle di dirmi.
Penso però che le manderò una copia del poemetto di Alessandro.
Come Marina ne ha detto a me, come Alessandro ha fatto, come forse anche la mia amica con un altr* farà.
E’ vero, se della morte non puoi parlare, o della gioia, infine, però [stavamo (tutt*) facendo un disegno]. E questa cos’è, se non la gioia?
Grazie Alessandro, sono stati una lettura e una rilettura e un canto di silenzio di cui ti sono davvero grata. Guardo oggi alla potenza dei disegni tuoi con occhi nuovi, anche per me.
(Roma, 9 ottobre 2024)






Le foto qui nel testo son dal Wall di Alessandro Chidichimo su FB

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