La femmina nuda di Elena Stancanelli è decisamente un bel libro. Senza essere “il libro” sulla gelosia, sulla frattura, sul danno, è un libro onesto, sincero, ben scritto e disturbante.
Ti tiene ferma lì, attenta al mutamento nel tempo, ed è contemporaneo e quotidiano nel senso migliore. Ci sono tutte le abitudini tristi di questo tempo, c’è Facebook, l’iPhone, il mercatino dell’usato rivisitato in chiave snob, la grazia e la volgarità dei tempi.
Ci son amore e disamore, l’armamentario alimentare, il mondo dei toy boys, le incrinature sadomaso. Eppure, tutto è ben dosato. Non sbava, macchia appena, non si incarta. C’è un femminile che ti resta dentro ben disegnato e fermo, una coerenza stretta, un certo prevedibile e un po’ tenero segnale narcisista. Qualche cliché sulla bellezza e sul volgare, ma nulla che non possa essere amato.
E quella lucida coscienza del corpo femminile, che passa per la timidezza che non è pudore, ma proprio un po’ di senso delicato di quel sé che non si vuole far colludere con mode e selfies.
E’ un libro che potresti regalare ad un’amica senza pensare di essere invadente, quand’anche avesse aperto, in quel momento, lo stesso tema che attraversa le pagine e i capitoli.
Tema durissimo, dell’abbandono. Parola che va usata in più di una accezione. Tu mi abbandoni, mi abbandono, non abbandono mai abbastanza.
Tema del dirsi, del tradirsi, del ri-trovarsi e del tagliarsi. Nessuna finta resistenza ad ogni mezzo che si usi quando si rantola per senso di impotenza. Piccola gara di fantasmi, di moloc femminili, di fragili coerenze.
Mi sono proprio divertita a stare male, potrei dire, a leggerlo d’un fiato. Brava la Stancanelli, qui. Molto più brava, se vogliamo, della Ragazza del treno che tante, di copie, ne ha vendute.
E’ più pulita da arzigogoli, la voce, meno cruciale, più attinente. Quasi senza una trama tesse una trama che è delicata e snella, piena di buchi tutti donna.
Password rubate all’intimo del tempo, sesso fotografato, e un po’ di smarrimento.
Come se altrove fosse un bel po’ di mondo, che si distanzia. E che conversa.