E’ del 2013 il bellissimo film documentario di Alina Marazzi dedicato al momento che attraversa la vita di ogni donna al passaggio dalla gravidanza al parto, e ai primi mesi di vita con i propri figli. In particolare l’attenzione si posa sulla sensazione di solitudine che può attraversare il passaggio dalla libertà individuale alla responsabilità duale, quando la vita delle madri viene chiamata a uno sconvolgimento radicale dei tempi, dei modi, del corpo e della relazione col mondo. Benché i vissuti siano individuali e differenti, la Marazzi, con la delicatezza meravigliosa che la contraddistingue sempre, tocca in questo film molte pieghe non viste, molte cicatrici non curate per tempo, e due cose bellissime accosta a resoconti di infinita tenerezza. Due frasi fondamentali per ogni esperienza di cambiamento radicale: saper che “i bambini son più forti di quanto non possiamo immaginare”, e, sopratutto: “tu hai potuto [star bene] perché non sei stata lasciata sola”. Anche qui, quindi, in richiamo a una attenzione sociale, amicale, di coppia, terapeutica, di cura e di prossimità ai vissuti delle donne. Un richiamo costante a una militanza nelle cose. La bellezza del sapere che qualsiasi sentimento ci attraversi, la prossimità all’altro, e alle altre, è una risorsa di infinita forza mentre possiamo sentirci molto fragili per tutto quello che ci cambia, sia pure per amore.

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