Specchi ciechi di Giulio Marchetti

Un mese prima dell’inizio del lockdown avevo ricevuto dal suo autore il dono di una condivisone in lettura di “Specchi ciechi”, la bella e intensa racconta di solitudini in interno di Giulio Marchetti, edita da Puntoacapo (AltreScritture CXLI). Mi ero riservata, dopo una lettura avvenuta alla fine del mese di febbraio, di scrivere, poi le vicende di solitudine sociale hanno avuto il sopravvento e solo in questi ultimi giorni ho riletto,  riamandola, questa piccola raccolta, così intima da far sentire straniante il presentimento di quel distanziamento che il Covid-9 ci ha donato.

Preceduta e seguita dalle note preziose di Maria Grazia Calandrone, di Riccardo Sinigallia, e di Vincenzo Guarracino, “Spechi ciechi” restituisce alla parole dei sentimenti del dormiveglia, i sapori acuti che abitano il corpo nel pre-sonno, e la veglia nella distanza insopprimibile fra l’io e il mondo.
Scrittura bella, tersa, senza orpelli retorici, che a tratti può esser letta, con la stessa meraviglia, come verso scandito e allo stesso tempo con la metrica piana e indivisa dell’aforisma.

Leggerla e rileggerla nella doppia chiave del verso e della prosa rende giustizia, io credo, alla complessità para-onirica del sentimento del corpo che si rivela nel pensiero.

In questa fase2 non è stato casuale tornare a leggerla, e ad amarla. Come un taccuino smarrito che tanto sente e ferma. E‘ una lettura che vorrei dire di fare e tenere lì, accanto a voi, come un breviario, o un librino dei sogni.

Una raccolta da comodino che si apre al giorno chiudendosi, e che riversa in esso un sentimento di sé prezioso e lucidissimo.

Grazie a Giulio per questo dono, che riconferma anche come Puntoacapo rimanga in Italia una delle migliori Editrici di Poesia (e non solo), grazie al lavoro instancabile di Mauro Ferrari, Cristina D’Aglio e degli amici e poeti che ne seguono le collane (penso a Luca Benassi che ha seguito il primo dei libri di Giulio che io abbia letto anni fa).

Fatevi questo dono, io l’ho accolto con gratitudine rinnovata oggi, nel chiudere questa seconda lettera “virata” sulle sfumature di un lockdown ancora tutto da comprendere e interpretare.


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