Gianni Celati, in Lunario del paradiso, scrive:
«Io sono malinconico, ve lo dico subito. Ho la malinconia che mi gorgoglia in basso, viene su dalla pancia, fa il giro delle budelle, poi si piazza nello stomaco e allora diventa magone. E col magone non sto più fermo da nessuna parte; mi alzo, mi siedo, mi muovo, fumo come un camino, tutti mi stanno sui coglioni. Ah, con la mia malinconia ne ho fatti di viaggi all’estero; viaggi bellissimi devo dire. Me la porto sempre dietro, non so cosa farci. Ma è prima, prima dei viaggi che viene; è quando sto in un posto e mi guardo i piedi e mi dico: cosa ci faccio qui? Dov’è l’amore? Dov’è la vita? Quand’è che muoio?”
Ha volte, vorrei che ogni appunto passasse per un Lunario dal paradiso, dove mettere i piedi sentendo i passi, in sottofondo, come in un silenzio che ospiti le cose e con-tenga i sentimenti.
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