
1) La caramella Mu. E poi ti chiedi come l’arequipe congiunga le due infanzie. La tua, incartata bianca, Elah, la sua che è quasi fatta in casa, venduta nei barattoli al supermercato. E’ come tendere un bel ponte elastico. L’elastico sei tu.
2) Quando diventa un nomignolo d’amore, muggito prima di Natale, riporta un altro segno. Mhu, mi viene da pensare. E’ come mìu, dalle parti della locride incrociate con la valle.
3) Occorre stare attenti, non fidarsi. Delle parole aperte, dichiarate. Meglio i sussurri. E forse anche i latrati. Provarsi sordi, e ciechi. Rimemorare la deprivazione sensoriale. Assaporare.
4) Non smetteremo mai di avere un 11 settembre che qualche americano ci rammenta. Noi che potremmo essere terra di confine, senza crollo. Perché di terremoto siamo il vano, l’utero, la sacca.
5) Dire a qualcuno che non vorresti il melograno. Non sa di niente. Meglio il melone che d’inverno smiela. Meglio il sapore del carbone in zucchero e le mandorle nel sale.