Uno per tutti, di Mimmo Calopresti, è un film bellissimo. Straziato e pietoso, capace di uno sguardo intragenerazionale commovente– con una misura del dolore più piena rispetto ad alcuni film, sia pur belli, che attraversano lo stesso smarrimento (mi riferisco a I nostri ragazzi, ed a La bella gente di Ivano De Matteo). Forse per quella citazione da Rilke.
“I bambini giocano, e gli amanti si stringono l’un l’altro- in disparte, seri, sulla semplice erba” (Decima elegia duinese)
Ma ancora, sempre Rilke:
“Chi mostra un bimbo, così come egli sta? Chi lo mette
nell’astro e gli dà la misura del distacco
sul palmo? Chi fa la morte del bimbo
da grigio pane, che si rafferma, – o la lascia
dentro alla bocca tonda, come il torsolo
di una bella mela?….Omicidi:
facile riconoscerli. Ma questo: la morte,
l’intera morte, ancor prima della vita
averla così dolcemente in sé, e non esser cattivi,
è indescrivibile.”
(prendo la traduzione di questi versi della Quinta Elegia da http://www.federicaceranovi.com/rainer-maria-rilke-le-ele…/…)