Ci sostiene il movimento- Marina Agostinacchio, Statue d’acqua

Incontro ancora, a un anno di distanza, la scrittura di Marina Agostinacchio nel suo nuovo lavoro, presentato quasi un anno fa, ed anche questa volta illustrato, in questo caso con tratto capace di restituzione dei toni e dei luoghi (anche interni) da Elena Candeo.

Statue d’acqua è un lavoro profondamente diverso da “Tra ponte e selciato”, per colore, modalità inter-biografica (familiare nel primo) e lavoro sul testo. Eppure, profondamente affine.

Storia di una immersione (di un farsi portare, di una scoperta visione e di dolcezza allucinatoria) questo secondo lavoro è una esperienza che arriva a chi legge “gruppale”, cosmica, e connessa al rumore sottile che fa l’anima quando utilizza pienamente il corpo.

Nato da un’esperienza, descritta da Marina con il candore della sorpresa che ci accoglie quando viviamo, la sua lettura è una esperienza concreta di una emi-vita nell’acqua, in solco di luna. Con l’andamento notturno di una esperienza di congiunzione, e di vicinanza nella distanza, che pacifica e immerge, e che ci arriva nei versi come una ipotesi di convivenza. Così attuale, necessaria e benpensante.

Il tratto dei disegni di Elena Candeo è perfettamente sincrona al sentimento del testo, ne riproduce la morbidezza, i silenzi e il sussurro che solo l’acqua è capace di fare senza scuotere nervo, eppure emozionando.

Una lettura ricca, benefica, sana e colma di respiro, di cui sono a Marina Agostinacchio immensamente grata.

E’ un’opera realizzata, stampata e rilegata con grande grazia, col filo azzurro che scende dritto da una volta celeste a ridire del corpo. Che nella poesia di Marina è sempre corpo femminile, per quella parte del femminile corporeo che sa dirsi, inarcato a portare in emergenza il pensiero.

Vorremmo, io credo, aver tutti, l’esperienza così dolce di vedere portandosi in onda, persino il dolore che pesa e non duole ma di affida e si dà.

Grazie Marina, per questo star bene lì dentro, leggendo, vedendo, quasi che questo tuo ci potesse far leggere, ognuna e ciascuno di noi, a occhi chiusi vedendo.


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