La politica, oggi, richiede sentimenti stabili

Siamo oramai nel vivo delle campagne elettorali, sia per l’elezione del Primo Cittadino, che per quella dei Presidenti di Municipio. Le lista sono oramai fatto pubblico, e ciascuno di noi è chiamat@ a verificare la propria aderenza alle proposte politiche dei candidati e candidate.

Dopo un lungo periodo di presenza politica di Italia Viva come soggetto politico nato dalla scissione dal PD, e passati 3 governi, 2 lockdown e una pandemia ancora in corso, mi sento chiamata, come riformista che crede nella proposta renziana, a una riflessione operativa che accompagni le mie scelte di voto.

***

Partiamo dalle candidature a Sindaco di Roma.

Nessuno dei programmi mi entusiasma, perché nessuno rispecchia (se non nelle proposte di alcuni candidati alle assemblee) il desiderio di pensare lo sviluppo di Roma nell’ottica della creazione di benessere sociale, cultura della crescita, attenzione alle individualità, visione “progressiva” del concetto di metropoli.

In un certo senso il PD riecheggia nel proprio programma parole in questa direzione, ma abdicando ad una alleanza politica con i 5S per me intollerabile.

Sono, per me, i 5S, in tutte le loro espressioni, all’origine di danno sociale irrecuperabile: la distruzione puntuale e acritica di ogni sentimento della politica nelle fasce culturalmente già fragili e meno garantite.

Inoltre, si fa portatrice, la proposta PD, di un portato vetero-sindacale, anch’esso pericolosamente ostile al cambiamento di passo del reale nella nostra metropoli capitale.

Il programma di Carlo Calenda, di contro, si propone come attuatore di una messa a regime delle emergenze cittadine ordinarie.

Le strade, la convivenza senza attriti, il verde, la sicurezza nella mobilità, il ciclo dei rifiuti. Sono certa che Calenda sia in grado di operare su questo egregiamente, ma anche sono convinta che si stia parlando delle “commodities” che un sindaco (quale che sia) dovrebbe garantire a una città come Roma (che non le ha ed anzi le patisce assai).

Passo necessario, il riordino del minimo sindacale, ma non sufficiente. Almeno a lungo termine. 

D’altro canto, però, nessuna delle candidature parla davvero ai diversi livelli di sviluppo attesi.

La destra persegue iniziative di esclusione, di populismo e disgregazione sociale inaccettabili, il PD non si fa garante di un programma che escluda le propagandistiche iniziative 5S.

Sembra quindi che Calenda, con la sua presenza crescente nel tessuto sociale, e con la garanzia di una efficienza di base, possa ad oggi, in questo quadro, essere l’unico candidato votabile, e anzi, da sostenere.

Posto che, se si arrivasse a un ballottaggio fra destre e centro, o fra destra e sinistra, a ciascuno starebbe il dovere di sostenere Calenda o Gualtieri contro Michetti e la Raggi a prescindere da qualsiasi altra considerazione. 

Italia Viva con il suo riformismo di sinistra è stata presente nella compagna per Calenda senza poter di fatto incidere sul programma, che resta tarato sulla visione di Azione, ma trova oggi, in alcuni candidati e candidate in municipio, la scommessa per portare un vento di riflessione profonda e vera e progressiva.

Per questo, là dove si ravvisi questa capacità “ulteriore”, più definita a sinistra, meglio attenta ai bisogni di superamento del necessario minimo indispensabile, è una buona scelta votare alcuni candidati e sostenere tutto questo (ad esempio in V municipio, dove, se lì votassi, sosterrei pienamente i candidati Ettore Luttazi e Giulia Candelori).

Perché da riformisti, in VIII, sostenere Amedo Ciaccheri Presidente

Ed ora pensiamo a chi riesce a parlare non solo di cassonetti ed aree verdi ma di sviluppo, crescita, prossimità, inclusione, diritto, educazione ai sentimenti e conversione digitale. La bella scommessa del Municipio VIII e della presidenza di Amedeo Ciaccheri.

Poiché io vivo in Municipio VIII, e non solo mi interessa il modello politico proposto dalla Giunta uscente, ma anche mi preme che ci sia continuità nel buon lavoro, provo a spiegare perché nel nostro municipio, ho preso le distanza della proposta della lista Calenda e con molto dolore anche dalle candidature di IV in essa.

Io credo che in VIII ci fossero, e saldamente, le premesse per arrivare a una lista civica di centro sinistra che ereditasse la visione comune a PD, IV, Sinistra civica ecologista, Liberare Roma ed altre forze di sinistra.

Ora, a questo non si è arrivati, e IV si ritrova (per scelta?) a presentarsi in VIII in una lista che accoglie davvero solo le istanze centriste o peggio di centro destra. In un municipio dove Amedeo Ciaccheri e il PD si sono spesi non solo in una ottima esperienza di governo municipale, ma anche con chiarezza fuori dalle alleanze con i 5S.

D’altro canto, la presidente proposta da Calenda non sembra saper agire né proporre se non in ottica appiattita sulle parole Decoro, Sicurezza, recupero dei Mostri, recinzione, illuminazione a giorno, alberi e piante, snellimento burocratico.

Per chi come me, e come molti altri, viene da un pensiero di sinistra, e ad un centro sinistra aspira, aperto, riformista, dialogante e forte di una attenzione concreta agli ultimi perché siano i primi, occorre pensare…. alle scuole primarie, ai centri sociali, alle biblioteche, alle occasioni di crescita (cinema, teatri, librerie), ai giardini come luoghi di sviluppo e convivenza, alla salute, ai consultori, al supporto psicologico, ai luoghi del dopo di noi, ai defibrillatori diffusi sul territorio, al rispetto dei generi, alla integrazione culturale, alla solitudine degli anziani, alla bellezza dei luoghi, allo sviluppo del turismo e dello studio, alla mobilità reale, all’arte dei luoghi come a quella “urban”, alla formazione degli adulti, ai servizi al cittadino.

Pensare a un municipio aperto e inclusivo, e non a un plastico con regole carcerarie. Alla solidarietà sociale e non alla serenità borghese. Per tutte queste ragioni, sostengo, da riformista, per nulla pentita del suo riformismo, la Presidenza di Amedeo Ciaccheri. 

E invito i riformisti a una riflessione profonda, e vera. Non possiamo sostenere una lista nella quale nessuno dei valori che sono alla base dei programmi politici del riformismo di sinistra viene di fatto rappresentato. 

Nella condizione attuale, è probabile che  “passino”, se e forse, la candidata presidente e uno, forse due consiglieri, quelli col maggior numero di voti. 

Io, da riformista di centro sinistra non voglio correre il rischio che passino candidati che son per me rappresentativi di un modello di centro destra di amministrazione locale. 

Con rispetto per tutti, considero una battaglia che deve essere combattuta quella di portare anche il contributo riformista alla elezione di Amedeo Ciaccheri Presidente in VIII. Votando i candidati e le candidate nella stesse liste che lo sostengono.

Quella di Calenda è una lista civica nella quel i simboli sono stati oscurati.

Occorre rimettere sul piatto della politica la bellezza democratica dei finanziamenti pubblici ai partiti, che soli garantiscono a tutti di correre con opportunità almeno in parte indipendenti dalle risorse investite. 

In questo clima politica, le campagne le fa, e ottiene sostegno, chi se le paga, o chi le merita. Il secondo caso è quello di Amedeo. Forza 🙂 diciamolo senza timore.

N.G.


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