Perché una riformista voterà Ciaccheri in VIII

A metà strada fra Pasolini e Victor Cavallo

All’inizio della storia recente, aperta a mio modo di vedere (ma forse non solo mio) dall’omicidio Pasolini, dal delitto del Circeo, dal tragico errore del rapimento e delitto Moro, io diventavo di sinistra. Proprio di sinistra. Avremmo detto comunista.

E questo sono stata per tanta parte della vita. Fino a un momento in cui, più che tener d’occhio le cose che accadevano accanto, ho cominciato a sentire le cose che accadevano dentro. Dentro le persone, fra le persone.

Ho iniziato insomma a capire che errori ed orrori ci sono un po’ dappertutto, in ogni dove si esprime un potere, e che il potere vero, spesso, se vuoi cambiare le cose, non passa per le rivoluzioni giuste (o sbagliate), e nemmeno per i movimenti giusti e sbagliati.

In esse e in essi si sedimentano modi di vedere il mondo e le sue dialettiche, parole d’ordine, fascinazioni, suggestioni, e a volte orrendi abusi. Dove si smette di parlare con le persone e si parla ai gruppi, lì si cade sempre nel baratro del tragico, o del nulla.

Così, non è che ho smesso di sentire quello che da comunista ho ritrovato in parte nel ritorno alla dimensione cristiana e cattolica sia pur eretica a tratti, sono solo diventata riformista, ovvero, ho cominciato a sentire e pensare che per avere il meglio per tutti, e non solo per qualcuno, occorreva procedere su una via di cambiamenti faticosi, pieni di mediazioni, a volte ingiusti, a volte assai soddisfacenti, che consentissero a un Paese di rispettarsi e rispettare e non di essere preda di ondate di rivoluzioni ricche ricche di utopie di felicità, e nemmeno di movimenti conservatori tesi a distruggere persino rimembranze.

Alla voce riformista il Vocabolario Treccani dice (come da foto):

Nella sua prima accezione, non spregiativa, è stato quello che ho sentito necessario adottare ogni volta che vedevo la politica precipitare in basso, e smarrire il sentimento delle persone prima che quello delle parole, ed ogni volta che ho visto procedere la destra peggiore, sia pur mascherata, o quella vitrea illusione d’eterno che ha dentro tanto modernismo economico, e tanta fede nella scienza senza traccia d’incanto.

Ora, mi si può dire che questo è un tradimento d’ideali e passioni, ma onestamente io non credo. Attiene al modo mio la stessa rete di valori di fondo che sentivo quando votavo P.C.I., poi SEL e poi PD.

E l’adesione al progetto Renziano, con stima davvero grande per la capacità politica attuativa del Matteo, è stata ed è, per quanto mi riguarda verso Renzi, ad oggi la proposta vera. Di una democrazia attuata, di una sinistra che opera mediando, e dunque crea.

Allora, che ci fa una come me (che poi scrive poesie che no, non mediano per nulla, che ha portato nelle aziende progetti spesso visionari, che applica a studio tariffe politiche e lavora pro bono per il 30% del tempo, che ha senso magico e tragico e gioia, e se la porta in chiesa come in piazza) a dar sostegno ad Amedeo, Amedeo Ciaccheri, in VIII, del Municipio Presidente uscente e che vogliamo che rimanga?

Io credo che ci faccia, senza scandalo, anzi con convinzione mia (adesso uso una metafora e mi perdonino i poeti) quello che ci farebbe Pasolini a leggere le poesie di Victòr Cavallo a Garbatella, e Victor Cavallo a vedere Pasolini (quello che dicono borghese, di destra, religioso nel suo tempo, dalla parte dei poliziotti a Valle Giulia) che passeggia a Garbatella. Lui, ci sta bene o no?

Certo è metafora azzardata, magari scrivessimo, noi riformisti e Liberare Roma, PD e Sinistra Civica ed Ecologista e SEL, come Cavallo e come Pasolini…ma, sono certa, lavoreremo tutti sempre perché qui, nel nostro Municipio, si possa diventare anche poeti, attori, artigiani, commercianti, senza smarrire dignità e passione, sempre come persone vive e libere e pensanti. Per “dare a tutt@” le parole. Per dire e per fare.

Non so cosa sarà delle mie scelte in generale se verrà fuori un polo troppo fermo al centro, nel futuro, aspetto di sentire Renzi alla Leopolda. Ma qui, ho visto già cosa succede. Così come, per ortogonali ragioni, al Comune non posso stare con chi lascia i 5S in dignità politica.

Saranno scelte inquiete, ma son scelte, ed a due settimane dal voto per noi tutti è bene ribadirle. Dirle senza che ci sia nulla di ambiguo o di non detto.

Forza #Amedeo, vai avanti, ricordati di Pasolini spesso, che fa bene. Lui era quanto di meglio ci sia stato in anni bui e di destra vera. Tu, coi tuoi candidati e candidate, lo fate bello il mondo persino se sbagliate.

Nella tua squadra, un grande in bocca al lupo a Paola Angelucci.


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