Il 26 agosto 2012 il Quotidiano della Calabria ha ospitato un racconto nato dalla curiosità biografica di un amico editore (Demetrio Guzzardi) che mi ha coinvolta in un viaggio emozionale nella Cosenza degli anni 70, a partire da una figura femminile intensa e viva nella memoria della sua generazione, quella della giornalista Maria Gentile . Eccolo nell’occhiello in prima pagina.
E’ con gioia che dedico il racconto a Margherita e Antonella Gentile, sorelle di Maria.
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Un grazie al Quotidiano della Calabria per averlo ospitato, e alla giovane illustratrice Luigia Granata che ha così riccamente commentato il testo. E’ possibile leggerlo con l’articolo di Demetrio Guzzardi che ha dato spunto alla narrazione, e le belle illustrazioni, sul sito del Quotidiano.
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qui il pdf del solo
Risalendo il fiume (di Nerina Garofalo)
Capito qui per caso, ma con grande commozione. Dall’articolo, scritto con partecipazione e sensibilità, emergono alcune sensazioni che, nonostante io abbia conosciuto Maria molto fugacemente, combaciano con i pochi, sfumati ricordi che ho di lei: una ragazza forse non bella in modo canonico ma affascinante, d’intensa femminilità. Di lei rammento anche i capelli, lunghi e sottili, e la voce dolcissima e musicale. Maria era amica e compagna di liceo di mia sorella maggiore, che era con lei anche nel gruppo di padre Carlo. Spesso Maria veniva da noi, ed io, la sera, ero incaricato da mia madre di riaccompagnarla a casa, sul corso Mazzini. Avevo, credo, dodici anni e Maria, irraggiungibile sedicenne o poco più, mi affascinava e mi turbava. Dopo un paio di quelle scorte serali, finii per invaghirmene nel modo evanescente, goffo e scontroso tipico dell’adolescente. Poi mi passò, tra i sorrisetti delle mie due sorelle. La sua morte – di leucemia – è stata una tristissima, ingiusta cattiveria.
Grazie della tua testimonianza, E. E del passaggio sul blog–