Mentre preparo i laboratori del nuovo anno, che vanno ad affiancare la mia attività di supporto individuale come personal coach, incrocio molte delle letture e visioni televisive e cinematografiche di questi mesi con alcuni dei temi sui quali voglio concentrarmi in questi mesi per le occasioni di lavoro in gruppo piccolissimo (3/4 persone). Una di queste occasioni sarà il Laboratorio “Più momenti”.

Uno dei temi che sento premere, sia per vissuto personale (i miei attuali 53 anni), sia per averli incontrati spesso accanto alle tematiche lavorative portate dai e dalle coachees, è quello del capire come stare mondo e nella propria pelle una volta varcata la soglia dei 50.

Nel femminile con alcune caratteristiche, nel maschile con altre, ma in ogni caso con una forte propensione prima al disagio (quella sensazione di non conoscere più bene le nostre energie e i nostri desideri), poi con un bisogno molto forte di addentrarsi in una nuova vita.

E’, a conti fatti, un passaggio complesso, a volte inizialmente tormentato, poi anche, e con forza, un bellissimo spazio per guardare ai veri desideri che ci abitano.

Fra le tante cose che mi aiutano a pensare, e che vorrei utilizzare per la parte di “nutrimento per immagini” che spesso accompagna sia il mio pensare che i task di lavoro che propongo, ci sono due serie televisive disponibili su Sky e Netflix: la prima, Wanderlust , diretta da Luke Snellin e Lucy Tcherniak, la seconda, “Apple Tree Yard – In un vicolo cieco”, che vede protagonista Emily Watson, ed è l’adattamento televisivo del romanzo inglese Fino in fondo, di Louise Dougthy.

Al di là delle trame (che nel caso di Wanderlust vedono una psicanalista rapportarsi ai grandi temi del vissuto di coppia dopo qualche lustro di vita in due e con i figli, e con i temi della perdita e dello stare accanto (che la vivono nel suo lavoro come nel privato della vita familiare), e nel caso di Apple Tree Yard propongono forti i temi del vissuto del corpo femminile, della scoperta di una diversa traccia del desiderio percepito, e della restituzione di percorsi professionali che si cominciano a sentire inadeguati al proprio, di desiderio), credo che le due serie pongano entrambe una rete di istantanee sul vissuto sia maschile sia femminile capace di attivare l’attenzione e accarezzare le emozioni di chi si vede nella seconda parte della propria vita con sguardo inquieto ma desiderante.

Nell’invitare i più maturi e le più mature fra noi a vederle come occasione di incontro con una trama di pensieri non sempre semplice da dipanare e trasformare, metto qui a seguire una piccola traccia del mio taccuino, in didascalia alle foto di scena delle due serie televisive.

Inoltre, il link a un filmato realizzato grazie al regalo di un momenti di gioco fotografico con alcuni amici fotografi che si sono prestati a guardar insieme questo primo traguardo (aver già compiuto i 50 anni).

Con l’augurio di poter lavorare insieme ad alcuni ed alcune di voi nei mesi futuri su questa così viva traccia di desideri e progetti spendibili per sé.

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Comunque sia, buon visione, che siate uomini o donne, genitori o figli, single o accoppiati e accoppiate, non vi saranno indifferenti. Hanno una grande delicatezza nel portar fuori i temi, i sentimenti, le occasioni.


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