Intervista ad Adolfo Adamo sul teatro nelle Carceri

Mentre “l’Ufficio di Presidenza della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati decideva di incardinare da domani 14 febbraio l’iter della proposta di legge di #NessunoTocchiCaino presentata da #RobertoGiachetti di #ItaliaViva (Atto Camera 552/22) volta a ridurre il sovraffollamento carcerario, #RitaBernardini (Presidente di Nessuno tocchi Caino) e Roberto Giachetti sospendevano ieri lo sciopero della fame a sostegno di questa proposta, nell’ambito del Grande Satyagraha, giunto al suo 23° giorno.

A sostegno di un pensiero democratico e libero sul tema delle carceri, ho chiesto ad Adolfo Adamo di raccontare la sua esperienza libertaria, artistica e umana di apertura di finestre nelle carceri attraverso il Teatro,

Un altro carcere è possibile, ridurre le carcerazioni anche.

Guarda l’intervista:

NOTA AL MARGINE DEL’INTERVISTA

Adolfo Adamo, nato a Cosenza negli anni ‘60, si nel 1985 diploma in arte sceniche e recitazione presso lo studio Fersen di Roma, lo studio diretto proprio da Alessandro Fersen. Aveva subìto da ragazzo il fascino del teatro anni prima a Cosenza grazie al lavoro di Graziano Olivieri. Grazie al teatro si allontana dall’inganno ideologico di un fare politica che da ragazzo avvertiva come fascinazione. Dopo il diploma presso lo studio Fersen, inizia subito a calcare le scene.

Così si racconta: “Erano altri tempi, e vivevamo un teatro diverso, le tournée duravano otto mesi e le opportunità di crescere e maturare umanamente e professionalmente erano tangibili. Lavoravo con registi importanti che tanto mi hanno trasmesso spaziando dal teatro di tradizione, al teatro di ricerca, al teatro classico. Sono stato diretto da David Brandon Haugton, Maurizio Donadoni, Franco Mole’, Mario Prosperi, Vittorio Gassman, Massimo Belli, ma l’incontro, l’esperienza folgorante, è stata quella con Giuliano Vasilicò, punto di riferimento dell’avanguardia romana e non solo. Con lui è stato un autentico sodalizio durato oltre 10 anni durante i quali ho interpretato tre lavori di straordinaria importanza che mi hanno dato la possibilità di essere recensito dai più grandi ed importanti critici del tempo: da Franco Quadri, Garrone, Aggeo Savioli, Cordelli, Rita Sala, Giuliano mi fece veramente capire l’importanza del teatro l’essenzialità, facendomi inoltre appassionare anche alla regia. Successivamente, mi laureo al D.A.M.S. con una tesi dal titolo: “ 10 anni con Giuliano Vasilico ‘ esplorando i misteri del teatro tra ragione e sentimento. Vasilicò è importante per me in quanto mi ha letteralmente accompagnato in un percorso di crescita personale unito a un percorso di Fede. Da lì inizio a identificarmi con gli ultimi e compatibilmente agli impegni lavorativi mi dedico al volontariato. Il tempo trascorre e continuo a sentire il bisogno non solo di esprimermi teatralmente ma anche di continuare con gli studi. Vinco nel 2000 un dottorato di Ricerca in “Psicologia della Programmazione ed Intelligenza Artificiale “, riesco a pubblicare anche articoli d’impatto inerenti all’Edutainment, la divulgazione della attraverso il linguaggio teatrale, cinematografico e multimediale. Lo studio mi offre tante possibilità senza farmi abbandonare il mio lavoro, generando nuovi stimoli e opportunità. facendomi partecipare anche a due festival del cinema di Venezia.  Qualche incursione cinematografica con Avati, De Sisti, Caiano, Squitieri ma è il Teatro che rimane “casa mia”. Nel 2005 creo una mia Associazione e produco i miei lavori teatrali che scrivo, interpreto e dirigo.”

E’ da un sogno infatti che, mentre sta per portare in Teatro a Cosenza un lavoro intitolato Serendipity, nasce la decisione di iniziare a fare teatro in carcere in Calabria, recuperando una suggestione ricevuta in passato dall’aver visto lavori di colleghi a Rebibbia, e ideando il progetto per che anche oggi vie e cresce in Calabria, fra la casa circondariale di Cosenza e il Carcere di Rossano.

Il suo lavoro in progress Amore sbarrato è oggi al capitolo V, collabora con la Camera Penale di Cosenza (qui l’articolo e il video che ce ne danno conto), ed è qui che ha portato al Teatro Rendano la sua Compagnia. Il salto di qualità si compie oggi con la costruzione di due compagnie stabili nelle carceri, portando a piena espressione la scommessa umana, artistica e sociale di Adolfo

Ci lasciamo, io ed Adolfo, nell’intervista con l’idea di pensare a come si potrebbe associare al teatro in carcere la formazione dei detenuti ai mestieri del teatro, dando loro una occasione di lavoro e autonomia dietro e oltre le sbarre.

NG – Roma, febbraio 2024

Dal canale di Adolfo Adamo su Youtube:


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